Ci siamo ritornati. L’avevamo evitato di un soffio, oggi ecco che anche la mia regione diventa zona rossa. Non ne usciamo più…
Da inizio 2020 faccio una fatica pazzesca a leggere. Lettrice accanita da quando ho imparato, sono a circa due, forse tre libri conclusi da gennaio. Molti altri invece sono iniziati e non riesco più ad andare avanti. Ho accanto la “Guida galattica per autostoppisti”, nella speranza di riuscire a concluderla. Vicino c’è anche “Walden” di Thoreau, anche quello iniziato e non ancora portato a termine.
Solo due dei tanti titoli che ho davanti e che non riesco a leggere. Certo poi non va molto meglio con gli articoli… A volte scrivo senza nemmeno accorgermene, da automa. Poi scorrendo le righe mi rendo conto che è pure discreto quello che metto giù. E la notte? Da anni mi ero lasciata alle spalle l’insonnia, che adesso è tornata mista ad attacchi d’ansia. All’orizzonte, ma anche proprio di fronte, nessun punto fermo…
Siamo puntini sballottati qui e là, anzi molto più spesso fermi in una zona, impossibilitati a muoverci. L’attesa, la costante attesa di qualcosa che ci faccia stare meglio… Ma cosa? È solo angoscia per la situazione attuale o c’è dell’altro? La paura come di un buio senza stelle, di una stanza dalla lampada rotta, del vuoto sotto i piedi, di un grido che nessuno può sentire. O forse solo paranoia, al pensiero di non sapere come uscirne…
Sul selciato
ancora i resti
dei coriandoli delle feste