Una piccola meraviglia dell’animazione: “Il pianeta selvaggio”

Tanto per cambiare, ieri notte non riuscivo ad addormentarmi ad un orario decente. Così ho deciso di vedermi qualcosa che avevo in lista d’attesa da tempo, una volte di più grazie ad un post visto su una pagina social cinefila poco tempo fa. “Il pianeta selvaggio” del 1973, di René Laloux. Non mi viene altra definizione se non quella di un piccolo gioiellino per quanto riguarda il genere di film d’animazione, davvero di forte impatto. Non se le mie parole renderanno l’idea, ma ci provo.

L’appunto è che secondo me non ha una colonna sonora memorabile (io però sono per il genere ‘classico’ in questo senso, quindi un po’ di parte). O forse va bene così, visto che parliamo di un differente spazio cosmico. Siamo sul pianeta Ygam, la scena si apre con una donna umana che corre (anzi, scappa) tenendo in braccio il suo bambino. Di colpo compare una mano blu gigante, che sembra voler ‘giocare’ con la donna, finché questa non muore in seguito ad un ‘incidente’. Facciamo così la conoscenza dei Draags, esseri viventi molto grandi dalla pelle blu e dagli occhi rossi.

Che ne è del piccolo? Una giovane Draag, Tiwa, decide di prendersene cura. Lo chiama Terr e diventa così il suo Om, ovvero umano domestico. Due specie viventi, i Draags (i cui maggiori sforzi sono per la conoscenza e lo sviluppo del pensiero) e gli umani, davvero molto diverse, che inevitabilmente si troveranno in grande contrasto, in lotta per la sopravvivenza stessa delle loro razze. Un aiuto arriverà dall’induttore, fonte di istruzione e conoscenza per i Draags, rubato da Terr (che ne aveva usufruito grazie a Tiwa) quando riuscirà a scappare, unendosi a coloro che vengono definiti umani selvaggi.

Assistiamo al tentativo di ‘deumanizzazione’, ovvero lo sterminio di questa specie. Ma quando gli stessi umani riescono ad approdare sul cosiddetto Pianeta Selvaggio, l’unico satellite naturale di Ygam, una casualità fa sì che l’esistenza dei Draags sia ormai in pericolo come mai prima. Ed è allora che i due popoli cessano l’opera di distruzione l’uno dell’altro ed iniziano a collaborare. Viene creato anche di un satellite artificiale chiamato Terra, dove tutti gli umani si trasferiscono.

Che dire? Mi dispiace averlo scoperto solo di recente (a 30 anni suonati!). Ma potrebbe non essere un male, nel senso che forse alla mia età riesco ad apprezzarlo molto di più. Non pretendo di avere una vastissima conoscenza della settima arte, ma certo “Il pianeta selvaggio” è qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che ho visto finora. E nel mio piccolo cerco sempre di spaziare in varie direzioni per quanto riguarda film, anime, film d’animazione, cartoni animati. Uno di quei capolavori unici, DA VEDERE almeno una volta nella vita. Aggiungo che ora spero di trovare il libro da cui è tratto!

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